Stupendo (mi viene il vomito)!

Hai stufato con la storia del basso profilo. Sbottonati, dai!

Non posso, credimi.

Dimmi qualcosa di più, non resisto!

Uffa, ti dico che non posso: mi viene da vomitare.

Come da vomitare? Non hai una storia con uno carino, normale, sincero e pure divertente?

Appunto! Lui è esattamente così, ma se mi fermo a pensare o ne parlo a qualcuno mi viene da vomitare.

Ma che è?

Hai presente la cara Bridget e la sua attrazione romantico-morbosa per soggetti “alcolizzati, maniaci del lavoro, fobici dei rapporti seri, guardoni, megalomani, impotenti sentimentali o pervertiti”? Ecco: dopo averne frequentati anch’io un bel campionario, ora ho davanti uno che mi piace – e mi piace veramente! – e io? Somatizzo e vomito.

Cosa pensi di fare?

Tengo i piedi per terra, ma ho le farfalle nello stomaco. Faccio finta di niente: non ne parlo, non sto lì a pensarci su. La vivo e basta. Meravigliosamente, però.

Senti, sono proprio contenta per te: comunque è una cosa bellissima, no? E’ stupendo!

Si si, è stupendo, ok? Ma mi viene il vomito. E’ più forte di me.

Basso profilo

Ti trovo in splendida forma!

Sarà che ho dormito 8 ore di fila, tutto qua.

E invece mi sa che c’è sotto qualcosa, anzi qualcuno! Lo vedi sempre lui, il tipo carino, quello “normale”?

Ah, lui? Si, diciamo di si.

Sempre carino?

Abbastanza, si.

E dai, dimmi qualcosa di più!

Posso dire che è un tipo costante: non è sparito, è coerente, è sempre schietto e sincero. Normale, come ti dicevo.

E’ chiaro che gli piaci, anzi di più. E piace anche a te, ammettilo!

Ammesso e non concesso che sia possibile, preferisco tenere un basso profilo su tutta la linea.

Ma sono mesi e mesi che dura ‘sta cosa. Rilassati e goditela!

Non posso correre il rischio. E se poi sono felice? Sarebbe terribile, non ci sono più abituata!

Uno normale

La storia d’amore di quei due romanticoni di Mario e mia madre va a gonfie vele. Roba da far cariare un dente!

Che carucci.

Già.

E tu?

Io niente. Sono in perfetta salute e in forma smagliante. Mario è il mago dell’orto e io ora mi nutro ogni giorno di frutta e verdura prodotte da lui.

Ottimo. E quel tipo simpatico e carino?

Ah, lui.

Eh.

E’ carino, si. E pure simpatico.

Quindi?

E niente. Insiste, persiste. Sempre presente, affidabile, mi riempie di complimenti, dice cose carine e mi fa sentire bene. Quel genere di attenzioni che una sogna da sempre e poi non arrivano mai quando ti innamori di un tizio. Quello che mi sorprende è che le sue parole e i suoi gesti corrispondono perfettamente al suo sguardo, sempre schietto e sincero. Insomma, sembra uno normale. Ma a me sembra strano, ecco tutto.

Strano, si. Strano davvero.

E dai, non sfottere.

Ma buttati, no?

Non ci riesco. Tanto poi scopro che, alla fine, so’ tutti cessi.

Uh che palle, tu e il tuo ideal standard!

La prima cosa bella

Devo smetterla di ascoltare quella canzone. Mi straccia il cuore.

Ma è bella, bellissima! In entrambe le versioni.

Mario la canta sempre alla mia mamma. E io affogo in questo romanticume. Quei due vivono un amore di una semplicità e purezza disarmanti e a me lo struggimento mi arriva a sciabolate. Roba che manco Sandokan!

Che meraviglia però!

Ne vorrei un po’ anche io, di quell’amore. Mi mancano certe cose. Quando la canzone dice “I prati sono in fiore
profumi anche tu” a Mario gli scende la lacrima e io devo girarmi dall’altra parte. Poi abbraccia anche me e mi dedica i versi “chi canta è il mio cuore/amore amore amore/è quello che so dire/ma tu mi capirai…”. A questo punto la sciabolata raggiunge il cuore e muoio.

Eddai! Vedere due persone che si amano così fa ben sperare.

Scusa, mi chiamano al telefono. Devo chiudere!

E chi sarà mai di così importante?

Un tipo. Uno che s’è unito alla mia vecchia compagnia della casa al mare, ad agosto. Simpatico, anche carino ma non fa che chiamarmi, che palle!

E già: uno simpatico e carino che ti chiama pure. Due palle, certo.

Ma si. Hai presente quel tipo di persona con cui parli di tutto, ti fai un sacco di risate, passi le nottate in veranda a giocare a carte, bere birra e a raccontarti le vecchie storie d’amore e con cui non hai il minimo imbarazzo? Cose così.

Ce l’ho presente si. Richiamalo dai, che ha messo giù.

No che non lo chiamo. Non funziona mica così. Tocca a lui!

Ci vediamo da Mario prima o poi

Mi sono illusa, per un momento. Un corteggiamento in piena regola: regali, attenzioni, sguardi appassionati.

Invece?

Invece nulla di tutto questo, non per me almeno. Mario aveva ben altre mire.

E chi?

Mia madre! Non avevo fatto caso che le cassette di verdure arrivavano puntuali il lunedì e il venerdì, giorni in cui – guarda caso – la mia mamma viene a trovarmi e rimane a cena da me.

Ah però!

Ora Mario e la mia mamma si frequentano. E sono sempre in giro: entrambi abbronzatissimi e in gran forma, conoscono tutti i ristoranti e le pizzerie della provincia e sospetto – dallo sfavillio che riluce dall’armandio di mamma – che vadano pure a ballare vestiti come si conviene per l’occasione. Poi parlano fitto fitto, si sfiorano continuamente e scoppiano a ridere per niente. Quanto ai loro convegni amorosi, se avvengono e dove avvengono, preferisco non pensarci.

Ma è una cosa bellissima!

Certo che è bellissima, ma io mi sento di merda. Per di più sto lavorando come una pazza e sono bianca come un cencio. Mia madre risplende come una diva sul red carpet e io al massimo potrei fare la testimonial di una roba tipo “prima della cura”: pelle a buccia d’arancia, peluria diffusa e stress alle stelle. Datemi un po’ di papaya!

Dai che arrivano le vacanze! Cosa farai di bello?

Il mio amico gay parte con il suo lui per Formentera. Io per pura forza di inerzia ho accettato l’invito della vecchia compagnia: venti giorni al mare, tutti insieme in appartamento. “Non puoi mancare, ci divertiremo!”, m’hanno detto. Come potevo rifiutare? Sarà promiscuo fino al midollo, mangeremo solo panini e andare in bagno si rivelerà la solita impresa. Comunque ho fatto scorta di Activia e almeno non passerò un’estate da sfigata.

Magari ti diverti pure.

Magari, si. E comunque preferisco star lontano dall’odore di feromoni che emana mia madre. Mi mancheranno però la frutta e la verdura dell’orto di Mario.

Dai che a settembre ci ritroviamo e mangiamo un po’ di uva buona o magari dei fichi.

Buona idea! Ci vediamo da Mario prima o poi.

Un’emozione da poco

Allegriaaaaa: ho uno spasimante!

Cos’è quest’atmosfera revival?

E’ per via del mio corteggiatore: vedovo, 73 anni, in pensione, coltiva l’orto e frequenta il circolo anziani della circoscrizione. E’ Mario, papà di Francesca, mia amica nonchè vicina di casa.

Che carino!

Mica tanto. Appena può mi agguanta per salutarmi in un abbraccio sussultorio, mi dice che mi trova “bene, proprio tanto bbbbeeeeene” e mi guarda le tette e, appena mi giro, il culo. Devo ricordarmi sempre di indossare qualcosa di lungo, scuro e altamente coprente quando lui è nei paraggi.

E Francesca se n’è accorta?

Non mi sembra, ma non fa che ripetermi che è felice di vedere suo padre così di buon umore, come non capitava da tempo. E che ora si dà un gran da fare: esce, si rade tutti i giorni e pare voglia iscriversi pure ad una scuola di ballo.

Fa tenerezza.

A me fa un po’ paura. Mi manda verdura fresca a cassette e le primizie feschissime. Ma a parte questo, temo che mi si presenti da un momento all’altro alla porta fresco di viagra.

Sprazzi di giovinezza chimica. Mi ricorda qualcuno.

E comunque ho deciso che alla prossima lattuga lo ringrazierò con una frase tipo “Grazie Mario, lei per me è proprio come il mio papà”. Vediamo se regge alla botta o se schiatta all’istante.

La seconda che hai detto.

E poi ora ho altro da fare: sono alle prese con una proposta irresistibile.

Di chi?

Un nuovo operatore telefonico. Dice che se mi metto con lui mi garantisce 29,90 al mese, all incluse, Iva compresa. Per sempre.

Accetta!

E di corsa, pure. Sarà pure un’emozione da poco, ma sotto ‘sti chiari di luna dove lo trovo un altro che promette “per sempre”?

Meglio sola che con ‘na sola

Mi annoio. Solo casa e lavoro, lavoro e casa. Nient’altro.

E il tipo niente male?

S’è dileguato e io non l’ho più cercato. Incompatibilità di gusti e carattere: lui amava la montagna, io il mare. Poi non solo non si batteva chiodo, ma della storia dell’autocoscienza m’ero un po’ rotta le balle, diciamolo.

E il tuo amico gay?

Con lui va benissimo, è la mia amica del cuore. Sempre pronto a un tè consolatorio, una chiacchierata notturna o alla visione di un film strappalacrime, magari in piagiama e sul divano. Confortante come una bella zuppa di latte e biscotti.

Beh, allora non va così male.

E’ solo che non si vede un uomo decente manco con il cannocchiale e ho perso un po’ di fiducia in questo genere di cose. E se poi rimango zitella?

Tu rilassati, non ci pensare. Qualcosa accadrà, vedrai.

E se mi perdo qualcosa mentre mi abbuffo di latte e biscotti? Se passa l’uomo giusto e io non lo vedo?

Non star lì a fissarti con ‘ste cose. Non devi per forza farti piacere qualcuno che poi si rivela una palla d’uomo e ti delude inevitabilmente. Meglio sola, no?

Hai ragione. Meglio sola che con ‘na sola.

Insensibile topina

Mi diverto un mondo con il mio amico gay: frequentiamo locali, organizziamo cene, andiamo al cinema e facciamo shopping. Sarebbe quasi un compagno perfetto se non fosse che il sesso tra noi è impossibile, of course.

E il tipo niente male?

Lui continua nel suo approccio lento e dolce e i suoi “topina mia”. Io comincio ad averne abbastanza ma cerco di non andarci giù troppo pesante: il suo processo di autocoscienza è di là da finire e gli attacchi di panico si sono intensificati. Manco a dirlo, il sesso tra noi è impossibile, of course.

Non si batte chiodo, quindi.

Lui però trova sempre dei modi carini per passare il tempo insieme, come le lunghe passeggiate e le interminabili chiacchierate per favorire la reciproca autocoscienza. Anzi, pare che mi trovi in uno stato di eccessiva autocoscienza e m’ha consigliato una fase di decompressione per favorire il processo verso uno stato superiore.

Ma pensa!

L’eccessiva autocoscienza mi rende più irritabile. L’altra giorno siamo andati a visitare un pittoresco borgo disperso tra i monti. Mi sentivo un po’ contrariata, ero annoiata e mi chiedevo cosa ci facessi lassù, con il freddo, il gelo e tutta quella desolante solitudine.

Me lo chiedo anch’io.

Lui, gonfio d’orgoglio e d’ammirazione per i lavori di restauro, ha annunciato che “tutto il centro storico è stato recentemente dichiarato zona pedonale”.  Io ho osservato: “Sarà, ma i pedoni li hanno ammazzati tutti, pare”. E’ ammutolito e ora son tre giorni che non chiama. Pensi che sia stata insensibile?

Si, sei stata un’insensibile topina. Ora, per penitenza, ti tocca una sfrenata sessione di shopping con il tuo amico gay. Se fate tappa da H&M vi raggiungo!

La topina e la concorrenza gay

Periodo così così. Comunque questo nuovo lavoro mi piace moltissimo e meno male. Tutto il resto è ancora per aria.

E la fuga romatica con quel tipo niente male?

Oh non è male, in effetti. Ma per ora niente fuga romantica. Lui soffre di attacchi di panico che sta cercando di risolvere. Il fatto è che per il momento non se la sente di viaggiare ed è alle prese con un certo processo di autocoscienza e introspezione che mi ha chiesto di rispettare, nei tempi e nei modi (peraltro a me sconosciuti). Del resto, siamo ancora in fase di corteggiamento: sms, aperitivi, e-mail, cinema, lunghe telefonate. E’ tanto, tanto carino. E dolcissimo. I suoi messaggini inziano sempre con un “topina”, “piccolina” e robine così.

Robine così dolci da far cariare un dente. Ma, scusa, a te come topina e piccolina non ti ci vedo proprio. Non era meglio quello che ti chiamava “topolona mia”?

E’ un periodo in cui il topina mi sta benissimo, ok?

Vabbè, ma a causa degli attacchi di panico del tipo non sei nemmeno andata in vacanza.

E qui ti sbagli! A fine agosto ho deciso di partire per la Grecia con il mio amico gay. Il mare era una favola e ci siamo divertiti tantissimo. Chiacchiere, sole e tanta gente nuova. Solo che nei locali lui ha rimorchiato un sacco, al contrario di me. Non c’è stata una sola sera in cui non sia rientrato in viril compagnia. Fortuna che le nostre camere erano su piani diversi.

Fortuna si. Ci si mette pure la concorrenza gay, ora!

Una brava zia

Ero dalla pediatra di mia nipote per ritirare un certificato. Si è seduto accanto a me un papà con due bimbi sotto i tre anni. Cortese e dall’aria per bene, il tizio ha attaccato con una mamma accanto a lui una tirata sulla corretta educazione alimentare. E’ andato avanti per circa venti minuti senza mettere né punti né virgole, una roba da rimanere senza fiato. Com’è come non è, lui ai suoi figli non somministra dolci, patatine, formaggini, omogeneizzati industriali e tanto meno cioccolata, giusto per citare alcuni cibi proibiti. Pare si stia anche mobilitando per raccogliere firme contro la Direzione Scolastica per abolire il consumo di caramelle gelèe distribuite in classe in occasione dei compleanni. La signora ha pronunciato un si e un no qua e là e mi è sembrata alquanto provata, io ho sudato freddo, temendo che il caro papà mi coinvolgesse nella conversazione. Infine ho concluso tra me e me che sono un brava zia e non mi sento da meno se ogni tanto con mia nipote ci spariamo hamburger e patatine fritte e poi concludiamo con un gelato al cioccolato. Tu che dici?

Dico che io ti vorrei come zia! Quanto a mia figlia, io le ho promesso cibo sano e genuino. Dal canto suo si è impegnata a consumare nutella, patatine fritte, cioccolata et similia ad intervalli regolari. L’amore è compromesso. Con i figli poi alcune battaglie son perse in partenza.