Allegra ma non troppo

Sto bene, il magone è passato!

Sono contenta! E come hai fatto?

Piccoli, significativi passi ogni giorno ed eccomi qua: l’Allegra di sempre!

Wow! Sento anche una nota di consapevolezza, di saggezza nella tua voce.

Hai ragione ed è per questo che sto scrivendo un libro.

Addirittura?!

Un manuale di self-help per combattere il malumore, la noia e non lasciarsi andare mai.

Lodevole da parte tua farci partecipi di quella che è stata una fase di crisi del tuo percorso personale.

E’ il minimo che possa fare! E a proposito di percorso, il libro contiene tutti gli indirizzi utili della città in fatto di centri benessere ed estetiste, c’è anche la guida ragionata alle palestre e ai parchi dove praticare attività open air e non manca la mappa dei locali dove servono aperitivi e menù ipocalorici. Ora sto terminando i capitoli sullo shopping chilometrico da effettuare rigorosamente a piedi: i negozi convenzionati ti fanno lo sconto del 40% se per tutto il percorso riesci a reggerti sul tacco 12. Idee utilissime, ecco. E non escludo novità da qui all’ultima stesura!

Io mi riferivo ad altri tipi di percorsi.

Non ho tempo ora, dai! Anzi ti lascio che sono alle prese con l’appendice del mio libro: “I 101 cibi off limits in vista della prova costume”.

Ma tra menù ipocalorici, shopping chilometrico su tacco 12 e cibi vietati, una alla prova costume non arriva: ci rimane secca prima!

E’ solo questione questione d’allenamento: guarda che forma smagliante, la mia! Eh, come ti sembro?

Mi sembri Allegra. Ma non troppo, però.

Addolorata

Ehi, come stai?

Annoiata, annoiatissima. Ecco come sto!

Deduco che la fase della noia è di là da finire.

Ci sono in pieno, infatti. T’avevo detto che ‘sto calo di umore era frutto di una profonda riflessione sui valori, il senso della vita e il tempo che passa.

Ah, si.

Per sfuggire alla noia e tenere a bada il magone, sto mettendo in atto una strategia complessa e molto articolata. Funziona!

Non dirmi che anche tu usi le pillole miracolose di Audrey. Ti prego!

Ma quali pillole!

Allora sei ancora alle prese con le pulizie di casa, la cucina e la maglia.

Roba superata! Faccio così: dopo il lavoro, ogni giorno fisso un impegno, anche due se riesco.

Tipo?

Lunedì e venerdì estetista per massaggi, pulizia del viso e trattamenti vari ed eventuali. Martedì, giovedì e sabato allenamento in palestra. Mercoledì cinema e cena con le ragazze dell’ufficio. Sabato mattina: manicure e parrucchiera, aperitivo in centro con le ragazze della palestra, sabato sera gran soirée per incrementare gli affari. Appena posso poi ci infilo un bella corsetta di 15 km nel parco di zona, o sfrenati, spericolati giri di shopping per trovare gli outfit adatti al mio lavoro di PR. La domenica mi chiudo in casa a piangere, mi abbuffo di torte al cioccolato o di pizza e birra. E mi piazzo su Facebook dove posto in bacheca una serie di link lacrimevoli e pieni di cuoricini.

Oddio! Non so se sia peggio la prospettiva di tutta la settimana piena di impegni (!) o sapere che la domenica piangi sconsolata. Davanti a Facebook poi!

Tranquilla! Sono perfettamente consapevole che di questo passo potrei schiattare da un momento all’altro, ma almeno schiatto perfettamente tonica, depilata e con addosso abiti da urlo. Spero solo non accada di domenica, quando sono struccata, in tuta, strafatta di cioccolata e chatto su Facebook!

Suona tutto molto triste!

Lo so: altro che Allegra, chiamami Addolorata!

Allegra? Ma de che?!

Dai, entra in Skype che facciamo la videochiamata!

No, per favore. Sono in pigiama e senza trucco. E ho la ricrescita di due centimetri. Devo assolutamente fissare l’appuntamento dal mio hair stylist.

Non importa se sei in disordine, voglio solo fare due chiacchiere. Su!

No, niente da fare. Sono nella mia fase di sbraco totale, ho anche preso un po’ di giorni di ferie.

Ferie?! Da quel lavoro fantastico di PR che ti permette di andare sempre in giro e mangiare a sbafo ai buffet? Senza contare i gadget, i regali e i vestiti griffati che ti mandano in ufficio come piovesse.

Guarda che ho un’anima anch’io. Non mi faccio mica abbagliare da tutte ‘ste cose. Non sempre almeno. E ogni tanto arrivano momenti in cui mi lascio andare. Poi non è mica niente di grave: se fossi un uomo ora avrei la barba lunga, le ascelle che fischiano e mi starei grattando nelle mutande chiedendomi se ho chissà quale male oscuro. Invece ho solo qualche piccolo problema di peli superflui. Niente di che.

Mi preoccupi. Ti sento moscia e questo stato d’animo non rende onore al tuo bellissimo nome.

Tranquilla! Di certo non farò come quelle pazze delle mie amiche che per sconfiggere la noia si imbottiscono di botulino, si sfiancano di massaggi linfodrenanti e assumono pastiglie non meglio identificate.

Brava! A noi il tempo che passa ci fa un baffo!

A proposito, devo fare anche la ceretta al labbro. Comunque, si: credo sia una questione di valori, di senso della vita, di tempo che passa. Cose così.

Accidenti!

Mi sa che mi metto a cucinare o a pulire casa. Oppure posso lavare a mano tutti i capi delicati, invece di mandarli in lavanderia. Ho letto che ‘ste robe fanno benissimo all’umore, una specie di feng shui dell’anima. Idea: potrei fare una torta o mettermi a lavorare a maglia!

Tesoro, ora si che mi fai paura. Chiamo rinforzi e arrivo!

Sposa bella e sex toy

Il tour in stile Sex & the City è stato grandioso! E meno male. Non fosse per quello, sarebbe un’estate da dimenticare.

Va là, sono sicura che tra feste, cocktail ed eventi mondani non hai avuto il tempo di annoiarti.

Questo no, ma alcune scioccanti scoperte mi hanno lasciato l’amaro in bocca.

Parli del matrimonio del tuo amico?

Quello? Un rivoltante trionfo di tulle, champagne, tartine e bomboniere. Mi consola solo non aver mai visto il mio amico F. così felice. Parlo di Lalla, Bibì e Mumù. Serpi in seno, ecco cosa sono!

Ma dai!

Sulla spiaggia, al nostro solito esclusivissimo lido, i loro unici argomenti di conversazione sono stati il matrimonio e il vissero felici e contenti. Hanno passato in rassegna tutti i papabili sulla piazza. Loro, le single per antonomasia, le donne libere, emancipate che della libertà se ne fanno un vanto!

Apperò!

Non solo. Avevano in borsa decine di numeri di Vogue Sposa, Sposa Magazine, Lady Sposa, Sì la rivista per chi si sposa, Sposa Bella, Superbe Sposa, Sposami e Collezioni Sposami. Hanno passato ore, giorni!, a discutere dell’abito perfetto. E queste sarebbero le compagne d’avventure della mia vita da Happy Single.

Traditrici!

E sai come si sono giustificate? “Non volevamo che ci rimanessi male”, hanno detto. Te lo dico io: ammazzerebbero per poter indossare uno di quegli abiti e sposarsi con tutti i crismi.

Non è da escludere, in effetti.

Ora corro a prepararmi. Stasera c’è il party di divorzio di G. Queste si che sono occasioni imperdibili! Pare che il cadeux della serata sia un sex toy. Vuoi mettere?

Riti di passaggio

L’estate finalmente! Feste, eventi, viaggi! Solo uno dei miei più cari amici non è dei nostri: a fine agosto si sposa ed è alle prese con i preparativi. Bah, contento lui.

Un matrimonio a fine estate, che bello!

Sai che parlare di matrimonio mi fa venire l’orticaria, ma non è questo il punto. F. è sempre stato uno mondano, cosmopolita, progressista, il più alternativo e sorprendente tra noi. Se la batteva ai punti con me, per dire.

E invece ora?

E’ un uomo preistorico, ecco cos’è! Ci ha invitato alla cena della di lui fidanzata per la presentazione ufficiale alla famiglia. La ragazza – docile, graziosa e silenziosa – ha salutato amici e parenti mostrando l’anulare sinistro e il diamantone luccicante. In sottofondo un coro di “auguri, felicità e figli maschi”. E intanto c’era gente che si strafogava al buffet organizzato dalla futura sposa sotto le strette direttive di suocera e mammà.

Molto tradizionale, insomma.

Tribale, vorrai dire! Praticamente un rito di passaggio, dai. Con un piccolo sforzo di immaginazione avresti potuto vedere le donne vestite di pelli di mammuth e gli uomini con la clava tra le mani. Lui, il mio amico F., mancava poco che prendesse la giovane preda per i capelli e la trascinasse nella caverna. In più di un’occasione l’ho visto battersi il petto come Tarzan e grattarsi in zona sospensorio mentre discuteva d’affari con i maschi presenti all’evento. Mancava solo la gara di rutti augurale.

Forse il tuo amico è solo innamorato.

Mah! Per superare il trauma di aver scoperto il suo lato maschilista parto con Lalla, Bibì e Mumù per un tour in perfetto stile Sex & the City 2. Le valigie sono pronte, abbiamo saccheggiato le boutique del centro e confido in scorte alcoliche per superare il vuoto della conversazione. Destinazione apparente Abu Dhabi, in realtà Marocco, proprio come nel film!

Occhio: pericolo “carampane ululanti” all’orizzonte!

E nun sei contenta?!

Non voglio certo infierire. Del resto sei sposata e sei felice, almeno tu nell’universo. Però me n’è capitata un’altra e devo raccontartela, non posso farne a meno.

Dai, spara.

Sono stata a Roma, in trasferta per lavoro. Ovvio che c’è scappato pure lo shopping in centro. Entro in negozio e vado a provare un po’ di cosucce. Nel camerino accanto al mio una donna prova dei jeans, il marito l’aspetta fuori, preoccupandosi di tener ben chiusa la tendina.

Carino, no?

Carino un par de …lle, direbbero giusto a Roma. Lei è intenta a provare e finalmente sembra aver deciso, così scosta la tendina e chiede sottovoce al marito: “Che dici di questi: vanno bene, no? Me vestono bene sulle gambe”. E lui: “Sulle gambe te stanno bene, ma te fanno più culo de quello che c’hai”.

Orrore!

Gelo e silenzio negli spogliatoi. Lei timidamente lo invita ad abbassare la voce e aggiunge: “Ma quanto sei carino! Me devi sempre dì le cose a costo de farmi sentì male?”.

Porella.

Lui tira su con il naso, s’aggiusta la cintura e conclude: “E nun sei contenta? Si nun so’ sincero io co’ tte, chi lo deve da esse’?”.

Pietà.

Te-ri-bbi-le, eh?

Happy single

Ancora innamorata?

Manco a parlarne! Sarà stato l’incombere del Natale, ma ora è tutto passato. Un po’ di sana mondanità e di feste alcoliche ed eccomi qua, più in forma che mai.

Contenta tu.

Contenta, anzi felice! Quando poi capitano certe cose, mi passano tutte le romantiche fantasie di coppia.

Di cosa parli?

Qualche giorno fa passeggiavo sul corso e mi sono imbattuta in una coppia. Entrambi over 40, ben vestiti e perbene. La classica coppia in cui è evidente che la moglie “ci tiene”: quelle cose borghesissime e al tempo stesso rassicuranti: dal padre al figlio più piccolo tutti lindi e ben stirati con la madre-moglie che sta dietro a tutto.

Conosco il tipo. E poi?

C’erano delle transenne e la signora cercava un varco per proseguire. E lui – il marito, il signore, il gentleman – l’ha apostrofata così: “Cammina di là, cogliona!”.

….

Capisci anche tu che i segnali che mi indicano la strada dell’happy single ci sono tutti.

E pure grossi così, mia cara.

Voglia di tenerezza

Vedo un tipo da una paio di settimane. Grande intesa, non c’è che dire. Ovvio che nessuno dei due si aspetta altro. Una bella, gratificante storia di sesso e basta. E fin qui tutto ok.

Però?

Il problema è che lui parte in quarta e ci ritroviamo subito a farlo, senza tanti giri di parole.

Ellapeppa!

Ci starebbe bene una parolina, un girarci un po’ attorno. Un sorriso. Almeno l’ombra di un po’ di romanticismo. Gliel’ho anche detto.

E lui?

“Finora non ti sei mai lamentata”, ha risposto stupito.

Un vero signore, complimenti. Ma tu sei sicura di star bene?

Sto benissimo! Forse ho solo voglia di tenerezza. Sarà questa fase letargica: inverno, piumone, pigiamone, biscottini, tv.

Ahia, ti stai innamorando.

Non è vero!

Si, riconosco i sintomi!

Non sono mica malata.

No, eh?

Macchè! Forse è solo penuria di carboidrati. Tutto qui.

La cena degli sposati

Un’estate fantastica. E un rientro degno della mia fama, mia cara!

Sono contenta per te. Fidanzati all’orizzonte?

Uomini quanti ne voglio, ma di fidanzamento manco a parlarne. Pussa via! Sono sempre più fedele alla mia vita di single viveur nella metropoli tentacolare. Grazie anche a conferme delle mie convinzioni: il matrimonio non fa per me. Proprio l’altra sera la sfiga – un invito cui non potevo dire di no – ha voluto che capitassi ad una cena di sposati. Orrore!

E’ stato proprio così brutto?

Peggio! Una folla sterminata di coppie con figli al seguito. Borghesissimi pseudo professionisti, crème de la crème di questa città. Pensa che le presentazioni prevedevano nome, cognome, stirpe familiare e titolo professionale.

Continua, ti prego!

Le donne mechatissime, lucidissime, ingioiellate come sante portate in processione. Gli uomini imbolsiti, ingrigiti, ingrugniti. I bambini griffati e viziati, imboccati – anche se quasi adolescenti – ad ogni angolo della casa. Che odio. Ma il peggio è arrivato al dessert, quando la conversazione ha imboccato la china dell’autoironia sul tema “vita matrimoniale”.

Oh mamma!

Mariti che ridicolizzavano le pance sformate e i culi enormi delle mogli, nonchè le loro discutibili manie in fatto di shopping. Le mogli – sfoderando brillanti e unghie laccate – lamentavano invece le interminabili permanenze in bagno dei rispettivi consorti, il russare e i rutti e tutte le variazioni maschili sul tema. Sono uscita da lì sentendomi una sopravvissuta, una miracolata!

Non siamo tutti così noi sposati.

No, certo! E’ che vi dipingono così!

Comunque, lasciali parlare ‘sti tipi qua. Sono solo le ultime cartucce a salve prima di un lunghissimo inverno. Quell’ironia disperata e feroce di chi sa che presto un mare di clenil nebulizzato ci inghiottirà tutti, noi e loro.

Il Califfo

Fine settimana fantastico! Sono ubriaca di sesso e d’amore. Ho conosciuto un tipo…guarda: al confronto tutti gli altri spariscono. E sai che parlo con cognizione di causa. Non per vantarmi, ma con la mia esperienza non è facile trovare un uomo che riesca a stupirmi. Direi che tutto il resto è noia.

Sono felice per te. Se poi scomodi perfino il Califfo, non posso mettere in dubbio le tue parole.

Oh, no. Non ci provare neanche!

Allora goditela! Sei tutte noi…cioè non proprio tutte tutte, solo alcune. Era un modo di dire, puro di spirito di corpo (per dire che in molte vorrebbero essere al tuo posto). Divertiti, eh?

Ti prendo in parola!